LA MUSICA A TRIESTE

Trieste in particolare, per le affinità storiche alla musicalissima Vienna e per gli influssi della cultura italiana del "bel canto", ha sviluppato negli anni a cavallo fra l'ottocento ed il novecento, a fianco della musica popolare, un ricco patrimonio di musica dialettale, raffinata e attenta agli stilemi in voga - prendendo a modello la canzone napoletana, il lied, la romanza - frutto della combinazione della vena poetica di illustri letterati quali Raimondo Cornet (Corrai), Marcello Fraulini, Steno Premuda, Giulio Piazza (Maceta) con l'estro compositivo di ispirati e colti musicisti (da Giorgio Ballig a Edoardo Borghi, da Publio Carniel a Antonio Illersberg). E questa tradizione, perpetuata attraverso i famosi "Concorsi della Canzone Triestina" promossi ora dal Circolo Artistico, ora dalla rivista satirica Il Marameo, ora dalla Lega Nazionale, si è protratta per oltre metà del novecento, producendo gioielli quali "Trieste mia", "Marinaresca", "I stornei", continuando con la più recente produzione di musicisti di grande valore come Lelio Luttazzi, di interpreti come Teddy Reno, di cantautori come Lorenzo Pilade.

La serata di presentazione di Lingue Nostre 2004

Così si è creato un ricco patrimonio, per la maggior parte immeritatamente misconosciuto, di musica dialettale, attraverso la quale Trieste riflette un'immagine vivissima di sé, dei fatti piccoli e grandi della sua storia e di alcuni suoi personaggi ormai famosi. Alcuni versi sono testimonianze vivissime di espressioni ormai desuete, altri sono diventati dei modi di dire usati ancor oggi. Talune melodie fanno parte del comune sentire, del bagaglio di ricordi di ogni triestino, oltre il tempo e lo spazio, valicando anche gli oceani al seguito dei nostri emigranti.

A questo repertorio si è voluto attingere con una complessa ricerca, partendo dalle opere di Alberto Catalan, Claudio Noliani, Adolfo Leghissa, Carlo de Dolcetti; attraverso le testimonianze sonore di Angelo Cecchelin, di Umberto Lupi e Liliana Bamboschek; cercando negli archivi storici del Museo Schmidl, e nella memoria storica dei nostri nonni; scegliendo quelle che a nostra opinione sono le canzoni più belle ed espressive; rielaborando le varie melodie secondo un attento processo di attualizzazione, per produrre uno spettacolo che rappresenti una suggestiva ed affettuosa visione della nostra città, con l'aggiunta di brevi presentazioni che ricostruiscono il contesto storico in cui le singole canzoni sono state concepite.

Il risultato è una coinvolgente galoppata attraverso un secolo di melodie e di storia, che mira a ridare vita a bellissime canzoni, ma anche a rinverdire una tradizione culturale che non deve essere dispersa, a rivalutare questi nostri autori, che non erano solo dei volonterosi dilettanti, ma dei veri e propri musicisti e poeti.

(Bruno e Fiorella Iurcev)

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